Attorno al tavolo di una pizzeria di località Incoronata il Partito democratico sancisce la spaccatura. Più il Pd è diviso, più si allontana la soluzione della crisi in cui il centrosinistra di Vasto è ripiombato, più si avvicinano le elezioni anticipate.
Forse nelle intenzioni del sindaco, Luciano Lapenna, quella di due sere fa avrebbe dovuto essere la pizza della riconciliazione. Alla tavolata dell’Almanach si sono seduti assessori, consiglieri comunali, segretario e vice segretario, ma anche alcuni dirigenti del Pd. E’ stato il primo cittadino a fare le convocazioni. Nella speranza di trovare una via d’uscita dal tunnel in cui la coalizione di governo della città si è infilata per l’ennesima volta negli ultimi due anni. I socialisti stringono i tempi. Luigi Masciulli, consigliere comunale del Psi, parlando a ZonaLocale è stato chiaro: “Non voteremo il bilancio, a meno che non vengano accolte le richieste che abbiamo formulato da mesi: azzeramento della Giunta, formazione di una nuova Giunta rinnovata nei suoi componenti e rilancio dell’azione amministrativa. Perché questa amministrazione comunale è ferma. Siamo disposti a rinunciare all’assessorato che avevamo chiesto, ma bisogna voltare pagina”.
A dire la verità, i tempi si stringono da soli. Il rendiconto consuntivo va approvato entro il 20 maggio. E il Consiglio comunale in cui l’indispensabile documento di bilancio deve essere approvato va convocato entro fine aprile. In tutto, 25 giorni. Pochi, se si pensa che il centrosinistra, a distanza di oltre un mese dall’apertura della crisi politica, si trova ancora al punto di partenza.
La spaccatura – La cena della riconciliazione ha evidenziato, invece, la spaccatura nel Pd. Anche a Vasto nel partito di maggioranza relativa si sta riproponendo la battaglia tra bersaniani e renziani. Il segretario, Antonio Del Casale, avrebbe detto al sindaco di non avere una soluzione, respingendo ogni ipotesi di taglio degli assessori (il Pd attualmente ne ha tre su sette), il rottamatore Domenico Molino avrebbe posto le sue condizioni per votare il bilancio: cambiare la Giunta e dare una sterzata, assecondando le richieste dei socialisti. Altrimenti una maggioranza già in bilico potrebbe perdere anche il voto di Molino.
Il vicolo cieco – Lapenna è in un vicolo cieco. Ogni possibile soluzione, anche quella di tagliare gli assessori appoggiati dai cosiddetti monogruppi (cioè sostenuti da un solo consigliere comunale), non gli fornisce alcuna sicurezza di avere la maggioranza in aula per far passare il consuntivo e allungare la vita della sua amministrazione. A meno che non vada a chiedere sostegno, fuori dall’attuale coalizione, ai centristi Davide D’Alessandro, Nicola Del Prete e Massimiliano Montemurro. Ma non è detto che questa mossa, respinta da tutti i partiti del centrosinistra, non provochi altre defezioni. A quel punto, il sindaco sarebbe punto e a capo. Se qualcuno non fa un passo indietro e tutti rimangono fermi sulle loro posizioni, per Lapenna non c’è spazio di manovra.
E intanto qualche dirigente democratico mormora di voler lasciare il partito.