“I criteri individuati dall’azienda sono una presa in giro nei confronti dei lavoratori. In base ai parametri individuati dalla Pilkington, gli operai non avranno mai il premio di partecipazione”. Ad affondare il coltello nella piaga di una trattativa difficile è Domenico Ranieri, segretario provinciale della Confederazione Cobas. E’ tutta in salita la strada che conduce all’intesa tra azienda e sindacati.
Nelle assemblee di due giorni fa i lavoratori hanno mostrato tutta la loro contrarietà alle proposte che la multinazionale giapponese produttrice di vetro per auto ha illustrato ai rappresentanti sindacali. Il premio da 1800 euro da suddividere in tre anni verrebbe subordinato a tre parametri: il risultato economico dell’intero gruppo Nsg, quello di Pilkington Italia e, infine, la presenza dei dipendenti sul luogo di lavoro. Sono, in particolare, i primi due criteri a creare malumori: “Tutti sanno – afferma Ranieri – che elevati risultati produttivi e, di conseguenza, introiti per l’azienda non si potranno mai realizzare in un periodo di crisi nera come quello che stiamo vivendo. Qui si sta cercando di prendere in giro i lavoratori”.
Protesta su internet – Intanto, un gruppo di lavoratori aderente al Movimento 5 Stelle fa circolare tramite internet una nota:
Il 9 aprile, in Pilkington i sindacati hanno tenuto le assemblee, per illustrare le proposte aziendali per il rinnovo del premio di partecipazione. La cosa strana è che i sindacati, si sono limitati a esporre la proposta aziendale ma non hanno fatto nessun accenno a quello pensano e intendono proporre alla società.
Comunque, dal dibattito a volte anche duro e acceso, soprattutto nelle assemblee della mattina e del turno di notte, è emerso con chiarezza che i lavoratori respingono totalmente la proposta della società. La proposta è costruita in modo che non porterà nessun risultato economico ai lavoratori.
Che senso ha, accordare un premio che non porterà nessun benefico nelle tasche dei lavoratori? Il fondato sospetto è che, l’unica cosa che interessi l’azienda, è la seconda parte del premio, quella legata alla presenza. Qui la situazione è gravissima, si vogliono mettere in discussione diritti di legge e a nostro avviso anche di civiltà (legge 104, donazione sangue, allattamento, servizi civili, etc.).
Così si mette in discussione la convivenza civica e sociale del vivere comune. Pensate a chi svolge servizio civile in occasione di calamità, (alluvioni, terremoti) a chi dona il proprio sangue per salvare vite di persone che neanche si conoscono. Per non parlare di chi per sua disgrazia, usufruisce della legge 104, bisogna ricordarlo, chi ne beneficia lo fa per assistere a un familiare con grave handicap.
Solo chi vive sulla propria pelle tutto ciò, può capire cosa significa dover curare e aiutare una persona inferma e sofferente. È scandaloso, non solo che la società l’abbia proposto ma che i sindacati l’abbiano presentata ai lavoratori in assemblea. I sindacati, devono prendere atto che i lavoratori hanno sonoramente bocciato la proposta della società e che è arrivato il momento di un cambiamento radicale e concreto di come rappresentare i lavoratori.
Noi, come sempre, vigileremo e informeremo i lavoratori e i cittadini su quanto accadrà.