Marco Del Vecchio deve rimanere in carcere perché a suo carico esistono gravi indizi di colpevolezza.
Così ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vasto, Caterina Salusti, sulla richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa del 37enne accusato di aver ucciso il 17 novembre 2012 i due genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, di 78 e 75 anni.
Il delitto è avvenuto nella casa di via Anghella in cui i tre vivevano. L’assassino ha infierito sui loro corpi con 111 coltellate.
Dalla tarda mattinata del 18 novembre scorso, quando è stato rintracciato sulla loggia Amblingh nel centro di Vasto, il figlio delle vittime è rinchiuso nel carcere di Torre Sinello. Ha sempre respinto l’accusa di omicidio.
La richiesta di scarcerazione – L’avvocato Raffaele Giacomucci, difensore dell’indiziato, ha presentato dieci giorni fa un’istanza di scarcerazione. La risposta entro dieci giorni dalla deposito della richiesta: cinque per il parere della Procura e altrettanti per la decisione del gip. “Mi chiedo: quali indizi ci sono a carico del mio assistito? Se non arriva il risultato del Ris, come si fa a dire chi è stato? La prova non c’è. E questo – ha sostenuto Giacomucci – non giustifica la custodia cautelare in carcere. In questa vicenda mi sembra si stia dando per scontato ciò che è ancora da dimostrare. Non ci sono testimoni”.
Ma la valutazione del giudice è diversa: “La decisione – spiega il legale – è motivata con l’esistenza, secondo il magistrato, di gravi indizi di colpevolezza”. Ora, dopo il rigetto della richiesta, “sto valutando se ricorrere al Tribunale del riesame di Chieti”.