La difesa studia le contromosse. La perizia psichiatrica del dottor Ferruccio Canfora, il consulente nominato dal gip, ha dato un responso chiaro: Marco del Vecchio è capace d’intendere e di volere. Quindi è imputabile. Potrà essere sottoposto a un eventuale processo a suo carico.
Oggi hanno fatto segnare un punto a favore dell’accusa le indagini sul delitto di via Anghella, dove nella notte tra il 17 e il 18 novembre scorsi i carabinieri hanno rinvenuto in un’abitazione i cadaveri di Emidio Del Vecchio, 78 anni, e Adele Tumini, 75, uccisi nella loro casa con 111 coltellate.
Indiziato dell’omicidio è Marco, il loro figlio 37enne.
La difesa, dopo aver chiesto la scarcerazione, sta per fare un’altra mossa: “L’esperto – dice l’avvocato Raffaele Giacomucci – riconosce che il mio assistito faceva uso di stupefacenti, ma afferma che questo non determina incapacità. Io non sono d’accordo. Il nostro perito, il criminologo Francesco Bruno, preparerà una controperizia”.
Il 23 aprile prossimo accusa e difesa si confronteranno col dottor Canfora davanti al giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti.