Duecento detenuti pericolosi. Persone che hanno commesso numerosi reati. Arriveranno nel penitenziario di Vasto, che si sta per trasformare: non più carcere, ma casa di lavoro per il recupero di internati di elevata pericolosità sociale.
“E’ vero”, conferma il direttore della struttura di pena di Torre Sinello, Massimo Di Rienzo. “Ci stiamo lavorando – spiega a ZonaLocale.it – su disposizione dell’amministrazione penitenziaria. Sarà un cambiamento graduale”. Non più carcere nel senso tradizionale de termine, ossia istituto di detenzione in cui vengono reclusi tutti gli arrestati, ma “una casa di lavoro per una diversa tipologia di detenuti: persone di cui è stata riconosciuta la pericolosità sociale a causa di reati reiterati. Si tratta di internati – chiarisce Di Rienzo – che hanno subito più condanne e, dopo averle scontate in un altro penitenziario, verranno condotte a Vasto per intraprendere un percorso di riabilitazione”. Quando un imputato viene considerato pericoloso perché ha un’abituale propensione a delinquere, la magistratura, oltre a condannarlo alla carcerazione, può decidere un ulteriore periodo di detenzione finalizzato al reinserimento sociale del detenuto, che svolgerà attività “a carattere lavorativo”, spiega Di Rienzo.
Detenuti da Sulmona – Torre Sinello avrà una capienza di “180-200 posti. I detenuti proverranno quasi tutti da Sulmona”, dove esiste un carcere di massima sicurezza. Da lì reclusi, dopo aver scontato la pena, verranno trasferiti nella casa lavoro di Vasto. La trasformazione rientra in un programma nazionale di “ammodernamento del circuito penitenziario. E’ un declassamento del carcere? No. Chi sostiene questo – afferma Di Rienzo – probabilmente collega la soppressione del Tribunale al cambiamento di destinazione d’uso di Torre Sinello. Ma sono due cose diverse”.