“Superficialità e sottovalutazione del problema”. Secondo Sinistra ecologia e libertà, così Regione, Arta e Asl hanno affrontato il problema delle sostanze irritanti nell’aria di Punta Penna. Il 14 febbraio il direttore del depuratore della zona industriale, Elio Scurti, ha lanciato un nuovo allarme: i lavoratori sono preoccupati per la loro salute. Occhi che bruciano e irritazioni mettono a repentaglio la loro salute.
“Nonostante le due conferenze di servizio convocate tempestivamente dal sindaco nel 2012 che hanno visti coinvolti tutti gli enti deputati alla tutela ed il controllo del territorio, poco o nulla si è fatto”, afferma in un comunicato il circolo cittadino di Sel. “
Gli interrogativi sono tutti ancora senza risposta: qual è la causa di questi fenomeni, quale la loro provenienza, com’è la qualità dell’aria in quella zona, i parametri relativi alle emissioni sono rispettati o alcuni inquinanti sforano i limiti previsti? Si tratta solo di esalazioni maleodoranti o questi inquinanti sono anche nocivi per la salute dei lavoratori e dei tanti visitatori di quella zona che in estate diventano migliaia al giorno? Nessun segnale di interesse da parte degli enti competenti: un’assoluta superficialità e sottovalutazione del problema. L’Arta si è limitata a posizionare un’inutile centralina di monitoraggio, utilizzata per lo più per studiare l’inquinamento da traffico veicolare, che è andata in esercizio per un breve periodo, durante le nevicate dello scorso anno, peraltro evidenziando dati nemmeno tanto tranquillizzanti.
Nella conferenza di servizi si era chiesta una stazione di monitoraggio continuo ma alle promesse non sono seguiti i fatti: dove sono andate a finire la Regione, l’Arta, la Asl?
L’incertezza sulla natura e la gravità di questi fenomeni non impedisce però a quelle stesse istituzioni di rilasciare tranquillamente le dovute autorizzazioni ad esempio ad un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi, ignorando la contrarietà del Comune di Vasto.
Eppure la Provincia nei propri strumenti programmatici delineava un quadro di parziale rivisitazione dell’area di Punta Penna, dando indicazioni per un progressivo alleggerimento della pressione industriale in una zona così delicata e caratterizzata da emergenze di natura paesaggistica, naturalistica ed archeologica. Nessuna novità d’altronde: conosciamo bene l’attenzione riservata all’ambiente dall’attuale amministrazione regionale e dalla classe politica che la sostiene. Si alle centrali a biomasse ovunque si installino, si ad impianti impattanti anche nelle zone di rispetto di aree protette, freddezza se non aperta avversione nei confronti del sistema dei parchi e delle aree protette, l’incredibile silenzio tombale sulla questione petrolio, l’incertezza persino su un progetto importante e strategico come quello della pista ciclabile lungo l’ex tracciato ferroviario, l’assurda e miope lotta al Parco della Costa Teatina.
In un momento di grande crisi economica le possibilità di crescita di un turismo di qualità, attento all’ambiente, sinergico con il mondo dell’agricoltura e con le tante attività territoriali vengono assolutamente mortificate. Altro che regione dei parchi, cuore verde d’Europa: la miopia del nostro governo regionale denota l’assenza di una anche minima idea programmatica oltre a farci ricordare, caso mai ce ne fosse bisogno, che questa parte del territorio regionale è figlia di un dio minore e le risorse che in questi anni sono copiosamente finite in altre aree dell’Abruzzo, continuano a seguire quelle rotte.
In linea – sostiene Sel – con le proposte politiche del centro-destra a livello nazionale: si continui a sperperare suolo anche oltre le possibilità prevista dalla legge tanto poi ci saranno i condoni, si continui a fare la gioia dei petrolieri con tutte le agevolazioni possibili, si continuino a cementificare le coste, si continui a inquinare. E’ ora di finirla: la tutela dell’ambiente e del territorio è una condizione imprescindibile che non consente mediazioni di sorta”.