“Non abbiamo riscontrato fenomeni inquinanti nel mare antistante la costa vastese, né sulle spiagge. Stiamo eseguendo accurati pattugliamenti su tutto il circondario marittimo”, compreso tra Torino di Sangro e San Salvo. Il tenente di vascello Giuliano D’Urso, comandante della guardia costiera di Punta Penna, traccia su ZonaLocale.it un bilancio dei controlli svolti dai militari dopo l’allarme scattato in nottata per lo sversamento in mare di petrolio fuoriuscito dall’Alba Marina, nave cisterna in appoggio alla piattaforma Rospo Mare, “che si trova nell’offshore adriatico di fronte alla costa abruzzese, a circa 20 chilometri a est della città di Vasto”, spiega Stefano Amoroso, responsabile dell’ufficio stampa della Edison, proprietaria insieme all’Eni dell’impianto estrattivo.
“La tempestiva attivazione delle misure di emergenza – afferma la compagnia petrolifera – ha consentito di fronteggiare con efficacia l’inconveniente senza ripercussioni per l’ambiente marino e le coste.
Le operazioni aeree, che hanno visto l’impiego dell’elicottero Edison e dell’aereo Atr della Capitaneria, al momento non hanno individuato la presenza di greggio in superficie, evidenziando soltanto una scia iridescente nei pressi del campo, già arginata. Sono al lavoro unità di sommozzatori per valutare l’integrità delle condotte sottomarine che portano la produzione di idrocarburi dal fondo del mare all’Alba Marina“.
Il campo petrolifero Rospo Mare è attivo dal 1982. In trent’anni ha estratto 92milioni di barili di greggio. La proprietà è in joint venture, cioè suddivisa tra due società tramite un accordo di collaborazione: 62% all’Edison e 38% all’Eni. I pozzi da cui viene estratto il petrolio sono 28. Tubature sottomarine collegano le piattaforme Rospo Mare A, B e C tra di loro e con la nave Alba Marina, che funge da grande serbatoio di raccolta e dista due chilometri dalle piattaforme stesse.
L’associazione Codici-centro per i diritti del cittadino preannuncia, però, le vie legali: “Questa vicenda rischia di ripercuotersi pesantemente sul turismo e sulla pesca locale, con effetti estremamente negativi in un periodo di crisi economica”, è il grido d’allarme di Riccardo Alinovi, portavoce vastese del sodalizio. “La magistratura indaghi subito per individuare le responsabilità. I presidenti di Regione e Provincia, Gianni Chiodi ed Enrico Di Giuseppantonio, e il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, chiedano un risarcimento danni, come faremo noi a favore degli operatori turistici e della pesca”.
La questione verrà discussa in Consiglio regionale. Antonio Menna (Udc) chiede che il governatore riferisca in aula: “Il governo regionale deve intervenire, per far sentire la sua voce, che mai come ora deve essere autorevole quanto ferma per far valere le ragioni di una comunità per la salvaguardia del proprio territorio”.
Di Giuseppantonio: “Basta trivellazioni” – “La perdita di petrolio che ha interessato la piattaforma Rospo Mare al largo di Abruzzo e Molise mi preoccupa non poco perché mette in serio pericolo ambientale uno degli angoli più suggestivi e incontaminati di tutta la riviera adriatica”, commenta Enrico Di Giuseppantonio, presidente della Provincia di Chieti. “Mi chiedo perché proseguire con la petrolizzazione dell’Adriatico e non posso far altro che confermare in modo forte e chiaro il no ufficiale espresso dalla Provincia di Chieti alla petrolizzazione dell’Adriatico”.