Il 18 gennaio, presso il Teatro Rossetti di Vasto, alle ore 21.00, andrà in scena “Il malato immaginario” di Molière; uno spettacolo di Stefano Angelucci Marino, con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino.
Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea. Ancora una volta il gioco è l’amorevole massacro della Tradizione. Non “mettere in scena”, ma “mettere in vita” un testo antico: resuscitare Molière, non recitarlo.
La tecnica della resurrezione parte dal fare a pezzi, disossare, e così in questo “Malato Immaginario” Angelucci Marino ha alternato scrittura e ri-scrittura, seguendo e deformando lo scheletro del testo originario. L’operazione registico-drammaturgica, giocata tra re-invenzione, maschere della commedia dell’arte e burattini tradizionali, è consistita nel prendere questo classico della letteratura teatrale europea e rivisitarlo con rispetto e rigido scrupolo, ma anche con una tranquilla impudenza inventiva.
Per info:
www.teatrorossetti.it
Il 18 gennaio, presso il Teatro Rossetti di Vasto, alle ore 21.00, andrà in scena “Il malato immaginario” di Molière; uno spettacolo di Stefano Angelucci Marino, con Tommaso Bernabeo, Rossella Gesini, Stefano Angelucci Marino.
Scritta nell’ultimo anno di vita di Molière, la commedia è intrisa di realismo. Lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un’aspra denuncia della società a lui contemporanea. Ancora una volta il gioco è l’amorevole massacro della Tradizione. Non “mettere in scena”, ma “mettere in vita” un testo antico: resuscitare Molière, non recitarlo.
La tecnica della resurrezione parte dal fare a pezzi, disossare, e così in questo “Malato Immaginario” Angelucci Marino ha alternato scrittura e ri-scrittura, seguendo e deformando lo scheletro del testo originario. L’operazione registico-drammaturgica, giocata tra re-invenzione, maschere della commedia dell’arte e burattini tradizionali, è consistita nel prendere questo classico della letteratura teatrale europea e rivisitarlo con rispetto e rigido scrupolo, ma anche con una tranquilla impudenza inventiva.
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