Non solo gli studenti scenderanno domani in piazza (clicca qui) per protestare contro il decreto legge Aprea-Ghizzoni. Con loro ci saranno molti docenti delle scuole superiori vastesi, che daranno voce a quella che è una forma di protesta che si sta diffondendo tra gli istitui del territorio. Avevano iniziato al Liceo Scientifico di San Salvo, con lo stop a tutte le attività non obbligatorie. Cioè, oltre al normale orario di lezione, niente ricevimento dei genitori, niente gite, niente corsi di recupero e così via.
Un modo per dire no alle riforme in atto nel mondo della scuola. Tanti i punti contestati dai professori, non solo nel Vastese, ma in tutta Italia e che vedono anche le sigle sindacali divise. Tra i nodi cruciali certamente c’è l’innalzamento dell’orario di lezione, da 18 a 24 ore settimanali. “Si sente sempre dire che i professori non lavorano -dice un docente del Liceo Scientifico Mattioli di Vasto-. Ma oltre alle ore in aula, tutto il resto chi lo vede?”
Altri i temi caldi che non sono graditi dal corpo docente. E così, una alla volta, tutte le scuole stanno attuando questa forma di protesta. Fino a quando? “Il nostro auspicio è che chi ci governa capisca che così non si può andare avanti”. Gli studenti, colpiti da questa riduzione delle attività, un po’ sono amareggiati. Ma, visto che anche loro sono in fermento, si sentono di solidarizzare con i loro docenti. Al liceo scientifico di Vasto è comparso anche questo cartello nella foto su una delle porte dell’istituto. Qui il collegio dei docenti ha approvato, anche se non tutti i professori erano d’accordo, la forma di protesta. L’auspicio, però, è che si possa al più presto risolvere la situazione.
Anche al Pantini-Pudente i professori hanno scelto la stessa strada. Oggi pomeriggio sarà un incontro tra docenti e genitori degli alunni a chiarire le modalità di questa protesta. Insomma, non sono tempi facili per il mondo della scuola pubblica italiana, ormai da troppo tempo costretta a fare i conti con tagli e tante problematiche.