La Bcc Vasto Basket, nella trasferta di domenica a Molfetta, è chiamata ad una sfida difficile per mantenere la testa della classifica nel campionato di divisione nazionale C. Ci siamo fatti raccontare dal capitano dei biancorossi, Vittorio Ierbs, come lui e i suoi compagni stanno vivendo questa fase entusiasmante della stagione.
Primi in classifica. A inizio stagione non l’avrebbe detto nessuno. Come state vivendo questo momento?
È un momento strepitoso ma allo stesso tempo difficile, perché la stagione è solo all’inizio e non dobbiamo montarci la testa. Tutti dobbiamo restare concentrati perché le somme si tireranno soltanto alla fine del campionato .
La gara contro il Benevento ha dimostrato che questa squadra sa soffrire e poi al momento giusto piazzare il colpo vincente. E’ questa la chiave del vostro buono momento?
Io direi che questa capacità che abbiamo di piazzare il colpo è il risultato di un grande lavoro che tutto il gruppo svolge durante la settimana. Ogni uno di noi ha un ruolo ed è concentrato a fare bene quello che sa fare. Io credo che la chiave di volta del nostro successo vada ricercata nella concentrazione che mettiamo tutti i giorni in cui ci troviamo in palestra per allenarci e questo è tutto merito del nostro allenatore che ha saputo sfruttare al meglio le nostre caratteristiche.
Tre anni fa eri quasi scomparso dal panorama cestistico. Ora sei il capitano della squadra. Come è arrivato questo “nuovo” Vittorio?
Di questo devo ringraziare l’ex allenatore Della Godenza perché senza di lui non averi mai trovato la forza e soprattutto la rabbia di ricominciare. Con lui ho passato dei periodi di forti incomprensioni dovute forse al carattere particolare che aveva ma, senza fare polemica, mi sembra che oggi i fatti parlino da soli, no? Sono sempre la stessa persona ma con una consapevolezza ed una maturità superiore. Qui colgo l’occasione per ringraziare (ed in questo caso non faccio ironia) il presidente Spadaccini che ha voluto credere in me e l’allenatore Di Salvatore che mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco e poter dimostrare, a chi non lo credeva, quello che so fare.
Cosa vuol dire per te essere il capitano della squadra della tua città, quella in cui giochi da quando sei piccolo?
È un sogno che si avvera, perché come tu giustamente hai ricordato io nasco cestisticamente con questa maglia, e nasco con il grande allenatore Mimmo Trivelli. Giocare per la squadra della mia città mi riempie di onore, è bello guardarsi intorno la domenica e vedere quel pubblico meraviglioso che ti incita e ti applaude. Sento anche la responsabilità della “fascia” che porto, visto che in passato è stata indossata dal grande Sergio Desiati. Anche a lui voglio dire grazie perché non mi ha mai fatto mancare il suo supporto sia in privato che in pubblico.
Il momento è positivo, le prossime due gare non sono impossibili. Come si fa a continuare in questo campionato di vertice?
È necessario mantenere la buona condizione fisica che abbiamo in questo momento, ma allo stesso tempo dobbiamo concentrarci sulla convinzione. Nel senso che dobbiamo essere convinti delle nostre capacità e possibilità. Certamente arriveranno le sconfitte ma l’importante e non perdere la testa, come è avvenuto negli anni passati. Se oggi siamo qui è perché siamo stati bravi e questo dobbiamo metabolizzarlo a pieno.
Gli appassionati sono tanti. Però forse ancora “poco caldi” (e ritardatari). C’è qualcosa che si può fare per far crescere l’attaccamento alla squadra?
Vedere il palazzetto pieno è importantissimo perché ci permette di affrontare la partita con uno spirito diverso, visto che sappiamo di poter contare sul pubblico che rappresenta il sesto uomo in campo. Voglio ringraziare in particolar modo i ragazzi delle giovanili che con le loro famiglie non ci fanno mai mancare il loro supporto. La società si è impegnata molto nel rinnovamento e nella crescita sia sportiva che umana del gruppo ed oggi i risultati sono sugli spalti. Un pubblico così oggi non si vede neanche sui campi della A dilettanti.