“Se a Vasto non si vuole che il Psi partecipi al governo della città evidentemente non si vuole neanche che il Psi sia parte della attuale maggioranza con tutte le conseguenze del caso”. I socialisti lanciano l’ultimatum al sindaco, Luciano Lapenna, e alle forze politiche del centrosinistra. Le consultazioni per il rimpasto che hanno chiesto a settembre sono ferme al palo, anche a causa del lutto che ha colpito il primo cittadino, cui è morta la madre Angiolina.
Ma non è l’unico motivo. La causa principale è che le tre richieste dei socialisti hanno trovato la strada sbarrata. Pd, Idv, Sel, Giustizia sociale e Rifondazione comunista non ne vogliono sapere di fare un passo indietro per consentire la nomina di un assessore socialista. Non solo. Pesa anche l’altra richiesta: diminuire da 7 a 6 il numero degli assessorati. Significa che dalla Giunta dovrebbero uscire non uno, ma due degli attuali assessori. Il fuoco di sbarramento degli altri cinque partiti è una conseguenza prevedibile. Il rilancio dell’azione amministrativa in base al programma elettorale del 2011: questa è l’unica proposta della rosa che il centrosinistra è disposto ad accettare.
I socialisti in Consiglio comunale sono 3: Gabriele Barisano, Luigi Masciulli e Corrado Sabatini. Masciulli non ha mai nascosto di essere disposto a diventare assessore. Ai socialisti piacerebbe la delega al turismo, che attualmente è nelle mani del sindaco. Gli attuali rapporti di forza tra maggioranza e opposizione sono di 15-10. Se i 3 del Psi si unissero ai consiglieri di centrodestra, rovescerebbero la situazione, mandando sotto (ossia in minoranza) la Giunta Lapenna. Fino ad ora è stata solo un’ipotesi. Ma ora arriva l’ultimatum firmato da Massimo Carugno e Tiziano Vicoli, rispettivamente segretario regionale e provinciale del Psi.
Il documento – In un comunicato diffuso oggi, Carugno e Vicoli lanciano l’ultimatum a Lapenna e alla coalizione che lo sostiene: “A Vasto il P.S.I. è oggi rappresentato da tre consiglieri comunali ed è la seconda forza del centro sinistra.
Il Sindaco Luciano Lapenna e le altre forze di coalizione non possono far finta che nulla sia accaduto.
I tre consiglieri, che compongono oggi il gruppo del PSI, sono stati eletti con un bagaglio di voti personale consistente e rappresentano, inequivocabilmente, una ben definita fetta dell’elettorato vastese.
Inoltre il P.S.I. è l’unico portatore della cultura socialista e riformista ed è giusto che questa parte della cultura politica dia il suo concreto contributo culturale, politico ed ideologico alla vita amministrativa della città attraverso un ruolo ben preciso nella Giunta Municipale.
E’ opportuno, altresì, non dimenticare che il P.S.I., assieme a SEL, compone con il PD la terna di coalizione fondante per il progetto di governo del paese, e saranno quasi certamente la terna fondante anche per le prossime elezioni regionali abruzzesi.
Non è possibile pertanto che non si conceda al P.S.I. il giusto spazio per partecipare direttamente alla guida amministrativa della città, allorquando invece hanno spazio forze che sono del tutto estranee alle alleanze nazionali e regionali e in qualche caso partecipano in altre città a giunte e amministrazioni d centrodestra.
E’ doveroso trovare una soluzione che dia una positiva risposta alla legittima richiesta del Partito Socialista.
Se cio’ non dovesse accadere varrebbe ignorare le dinamiche politiche nazionali e regionali che investono il paese.
Se a Vasto non si vuole che il P.S.I. partecipi al governo della città evidentemente non si vuole neanche che il P.S.I. sia parte della attuale maggioranza con tutte le conseguenze del caso.
Non si puo’ pensare che, di fronte alla necessità di assicurare a Vasto una sicura guida amministrativa, sia solo il Partito Socialista a dover mostrare senso di responsabilità”.