Si chiama Mille occhi sulla città. E’ il protocollo d’intesa sul problema sicurezza firmato in Prefettura dal Comune con un obiettivo: ricorrere alla sorveglianza privata per mettere sotto controllo le strade di Vasto. “Di fatto, con questo documento, il sindaco dice che avevamo ragione quando chiedevamo i volontari per la sicurezza”, quelle che comunemente vengono definite ronde. A rivelare l’esistenza dell’accordo è Marco di Michele Marisi, coordinatore di Giovani in movimento, l’associazione che in città raggruppa i movimenti giovanili di centrodestra.
“Il protocollo d’intesa siglato l’11 ottobre scorso si chiama Mille occhi sulla città“, dice l’attivista del centrodestra. “In applicazione di un analogo protocollo nazionale stilato nel 2010 dall’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e dal sottosegretario di Stato all’Interno, Alfredo Mantovano. Il documento è stato firmato a Chieti, in Prefettura. All’intesa hanno detto sì, oltre al prefetto, Fulvio Rocco de Marinis, i Comuni di Chieti, Lanciano e Vasto e 5 istituti di vigilanza privata. In base a quell’accordo ufficiale, questi ultimi dovranno collaborare con le autorità di pubblica sicurezza per i prossimi 3 anni. Viene stabilito che gli istituti di vigilanza avranno il compito di controllare e segnalare alle forze dell’ordine situazioni sospette e fornire informazioni agli investigatori. Stabiliti anche modalità di intervento, ambiti d’azione e situazioni d’interesse pubblico.
Il ricorso alla vigilanza privata – fa notare Marco di Michele Marisi – non è molto diverso dai volontari per la sicurezza che abbiamo proposto da tempo e che hanno anch’essi compiti di osservazione e segnalazione. Il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, non era obbligato a firmare. Firmando, ci ha dato ragione sull’esistenza di un problema sicurezza, che lui ha sempre negato e che, invece, viene confermato dai fatti di cronaca.
Firmando il protocollo d’intesa, il sindaco ammette anche che ritiene necessario il supporto di soggetti privati per coadiuvare il lavoro svolto giorno e notte dalle forze dell’ordine nonostante tagli e carenza d’organico. Ora vorremmo sapere se il primo cittadino ha provveduto fattivamente a realizzare questo protocollo d’intesa. E a che punto è il progetto di videosorveglianza?”.
Centro storico a rischio – “I sempre più frequenti scippi – afferma di Michele Marisi – confermano che il centro storico, per motivazioni urbanistiche, è diventato un ghetto riservato agli stranieri. Il Piano Cervellati di recupero della città antica non risolverà il problema, perché non consente grandi ristrutturazioni, né ampliamenti di finestre, tantomeno l’installazione di ascensori. Tutto questo scoraggia le famiglie con bambini e anziani. Alla fine, nel borgo antico accettano di risiedere solo gli stranieri, che si accontentano di alloggi in pessime condizioni. Andrebbero eseguiti controlli nelle abitazioni. Questi stranieri hanno un contratto di locazione? In quanti abitano in ogni singola casa? Hanno i permessi di soggiorno? Hanno un’occupazione? Il dato nazionale del censimento Istat dice che negli ultimi 10 anni è triplicato il numero degli stranieri.
Non vogliamo dire che tutti gli stranieri sono delinquenti, ma se delinquono vanno espulsi perché già sono abbastanza i delinquenti italiani”.