“La richiesta che abbiamo fatto all’azienda è questa: la Pilkington deve pagare le maggiorazioni in turno. Se i lavoratori stanno a casa nella settimana in cui dovrebbero lavorare di notte, devono comunque ricevere l’indennità da lavoro notturno”. Salari più pesanti agli operai che si sono visti decurtare lo stipendio a causa dei contratti di solidarietà. Li hanno chiesti i sindacati alla multinazionale giapponese che produce vetro per automobili nella zona industriale di San Salvo.
Alla Pilkington, l’azienda più grande del Vastese con i suoi 1800 dipendenti, sono partiti a settembre i contratti di solidarietà per evitare licenziamenti. Le auto non si vendono e, di conseguenza, dal 2008 a oggi è calata vertiginosamente la produzione di parabrezza e finestrini. Gli interinali sono tutti a casa, mentre gli operai con contratto a tempo indeterminato sono costretti a stringere i denti. Lavorare meno, accettando una riduzione dello stipendio, ma lavorare tutti: questa la formula dei contratti di solidarietà. Nell’area del temperato, si sta fermi una settimana al mese, in altri reparti per esigenze organizzative le fermate sono scaglionate.
Il personale riceve mensilmente l’80% del salario base. Ma, secondo i rappresentanti dei lavoratori, la busta paga si è alleggerita troppo. Nell’incontro tenutosi nella sede di Confindustria Vasto, in corso Mazzini, hanno avanzato una richiesta: “Le maggiorazioni in turno devono comunque essere pagate agli operai”, dice Mauro Del Piano (Filctem-Cgil). “Con la solidarietà l’azienda corrisponde ai lavoratori l’80% della paga base. Ma se gli operai stanno fermi nella settimana in cui dovrebbero svolgere il turno di notte, la Pilkington deve pagare anche l’80% della maggiorazione notturna. In questo modo si rende meno gravoso per tutti sopportare la decurtazione del salario”.
Il 17 ottobre nuova riunione tra dirigenti della fabbrica e Rsu, rappresentanza sindacale unitaria.