“Quando ho ricevuto una raccomandata dall’Inps a nome di mio figlio non capivo cosa potesse essere. E, quando l’ho aperta e ho visto che era un annuncio di notifica di pagamento da 2200 euro mi è preso un colpo”. E’ un’impiegata vastese, F.E., a raccontare questa disavventura che, fortunatamente, si è già risolta nel migliore dei modi. Per un paio di giorni, però, l’apprensione è stata tanta.
La lettera era arrivata all’indirizzo giusto. Ad essere sbagliati, però, erano i dati utilizzati per il conteggio. “Ho ritirato la posta perchè era a nome di mio figlio, che si chiama come suo nonno. Dopo il momento di smarrimento nel leggere quella cifra, ho cercato di capire cosa potesse essere successo.
Ho capito dov’era l’errore – racconta la donna- quando ho letto per quale categoria erano richiesti quei contributi non versati: coltivatore diretto. Andando poi a guardare il codice fiscale ho chiuso il cerchio. Quei soldi li chiedevano a mio suocero, relativamente agli anni 1981 e successivi. Peccato lui sia morto nel 1976″.
Capito l’inghippo c’era da risolvere la situazione. Una questione che in qualche occasione passata, per altri tipi di pagamenti, è diventata un’Odissea per chi si è trovato protagonista della situazione. Fortunatamente, però, le cose sono andate per il verso giusto. “Siamo andati all’Inps e il responsabile ci ha detto che, per qualche errore del sistema, il codice fiscale di mio suocero aveva agganciato i contributi di una persona con lo stesso nome che è ancora in vita. Ecco perchè volevano da lui il pagamento delle somme dovute dalla sua morte fino ad oggi. Nessuno ha potuto pensare che se fosse stato vivo oggi avrebbe avuto 115 anni?”
Un’avventura che si è conclusa nel migliore dei modi e “solo con un po’ di spavento quando avevo visto quella cifra. Di questi tempi sarebbe stata proprio una brutta sorpresa”.