“La relazione è stata depositata in Tribunale”, dice l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis difende l’indiziato numero uno. “Oggi dovremmo conoscere i risultati delle analisi eseguite dal Ris”, il reparto investigativo scientifico di Roma che il 23 agosto scorso ha analizzato sangue e materiale biologico trovato sull’arma del delitto, un coltello da cucina, ma anche su scarpe e banconote trovate nella casa di Vito Pagano, il 28enne di San Salvo che da oltre un mese e mezzo è sottoposto a custodia cautelare prima a Vasto, nel carcere di Torre Sinello, poi in un’altra struttura penitenziaria mantenuta segreta per motivi di sicurezza.
Ieri: fissata la data dell’incidente probatorio – Per la difesa, Vito Pagano era incapace di intendere e volere quando è entrato nella casa di Albina Paganelli, la 68enne assassinata a coltellate nella notte del 14 agosto nella sua casa di via Fedro. Per accusa e parte civile non è così. Il 18 ottobre la questione fondamentale su cui ruota l’inchiesta sull’omicidio di San Salvo verrà risolta: è quella la data in cui il Gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha fissato l’incidente probatorio necessario ad accertare se il 28enne sansalvese in carcere da 50 giorni era capace di intendere e di volere nella nottata del dramma.
Gli avvocati della famiglia Paganelli, Giovanni e Antonino Cerella, hanno nominato due periti di parte. I difensori di Pagano, Clementina De Virgiliis e Fiorenzo Cieri, si sono affidati invece a Vincenzo Vecchione, perito molisano noto per aver svolto la sua attività nel processo ad Angelo Izzo, il killer del Circeo. La magistratura vastese si affida a un consulente tecnico d’ufficio.
“Pagano era incapace di intendere e volere. Questo ha già accertato l’esperto che abbiamo nominato”, sostiene Cieri. Se la tesi della difesa fosse accolta, il giovane non sarebbe imputabile per omicidio volontario e di conseguenza non verrebbe condannato. Una posizione rigettata dall’accusa, rappresentata dai pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori, e dalla parte civile, secondo cui non solo si tratterebbe di omicidio volontario, ma anche premeditato.